TIME LOCK

Una delle modalità di attacco ai forzieri, nel passato, come anche ai giorni nostri, consisteva nell’aspettare il direttore di un istituto bancario o il proprietario di una gioielleria, fuori dal proprio posto di lavoro e di farsi accompagnare all’interno, pregandoli poi di aprire la cassaforte. Per evitare spiacevoli dinieghi, era usanza, fra i rapinatori, formulare la richiesta mostrando al malcapitato la canna di una pistola.

Per rispondere a questo tipo di rapine, che aggiravano di fatto le difese poste dalle serrature più sofisticate e dalle combinazioni, nel 1873 il geniale James Sargent (socio della ben nota Sargent & Greenleaf) usò due sveglie da cucina, accoppiate meccanicamente fra loro, per predisporre un dispositivo temporizzato che impedisse l’apertura del forziere anche agli aventi diritto, se fuori da un programma temporale prestabilito.

Era nato il “Time- lock”. In seguito il dispositivo venne perfezionato e brevettato da Sargent che presto dovette difendere la sua invenzione davanti alla Suprema Corte dello stato dell’Ohio, contro la Hall Safe & Lock Company che aveva iniziato a costruire un time-lock modificato rispetto all’originale.

La genialità dell’idea si può riassumere nella costruzione di un dispositivo ad orologeria, completamente chiuso nella cassaforte e non manovrabile dall’esterno, che interferisce con i catenacci di chiusura in maniera da bloccarli fino ad un’orario prefissato.

Si realizzava così una efficace protezione contro il sequestro e la coercizione delle persone in possesso delle chiavi e della combinazione della cassaforte così difesa.

Ma la genialità non finisce qui; un moderno time-lock è costituito da due o tre meccanismi ad orologeria che fanno tutti esattamente la stressa cosa: sbloccare i catenacci ad un’orario prestabilito.

Perché mai complicare in tal modo il dispositivo, aumentandone, oltretutto, il costo finale? La risposta è nella “ridondanza positiva”. Non dobbiamo dimenticare che il time-lock è montato completamente all’interno della cassaforte senza nessuna possibilità di manovra dall’esterno. In queste condizioni un’eventuale avaria di un sistema ad orologeria bloccherebbe per sempre i chiavistelli costringendo alla apertura della cassaforte tramite dischi da taglio o altri sistemi distruttivi.

Ecco quindi la ragione della presenza di più meccanismi ad orologeria; in caso di guasto del primo l’apertura viene garantita dal secondo e poi dal terzo orologio.

Negli anni successivi si ebbero vari perfezionamenti del sistema, tutti coperti da regolare brevetto. Voglio ricordarne uno, fra tutti: il carrello antishock. Nei primissimi modelli era possibile disattivare il sistema di blocco dei catenacci tramite un violento colpo su un lato della cassaforte, magari attuato tramite una piccola carica esplosiva. Il carrello antishock oggi in uso chiude il pulsante di armo in una specie di morsa a forbice autobloccante, in modo da resistere a qualunque colpo o vibrazione, per quanto violenta possa essere.

Per approfondimenti si veda il lik: Link

Link:

http://www.my-time-machines.net/hall_intro.htm

http://www.my-time-machines.net/timelock_index.htm