Casseforti galleggianti

Photo shows inventor Menotti Nanni demonstrating that his ocean floating safe was unsinkable by locking himself inside and having it submerged into water for one minute at Battery Park, New York City (Source: Flickr Commons project, 2016).

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Bain News Service, publisher

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[1918 June 2]


Una cassaforte galleggiante è un dispositivo situato su una nave in cui vengono conservate le lettere. Nel caso in cui la nave fosse stata attaccata o colpita da una mina navale, le lettere nella cassaforte sarebbero rimaste intatte. A volte una nave affondava, ma anche in quel caso le lettere nella cassaforte galleggiante risalivano in superficie e rimanevano intatte.


Siamo collocati temporalmente nella seconda decade dello scorso secolo, all’indomani di due famosi disastri navali quali l’affondamento del Titanic il 15 aprile del 1912 e quello del Lusitania del 7 maggio 1915.

Sorse quindi il problema di studiare dei metodi che permettessero di mettere in sicurezza la posta caricata a bordo.

Un inventore olandese, tal Cornelis Van Blaaderen (1875-1933), aveva brevettato negli Stati Uniti un contenitore galleggiante, appunto chiamato in lingua olandese “drijvende brandkast”, come evidenziato nelle vignette dei nostri pezzi.

L’oggetto altro non era che un cilindro in metallo che veniva fissato sul ponte della nave con delle pinze, che si sarebbero aperte nel caso la nave fosse affondata, rilasciando l’involucro libero di galleggiare; un segnale acustico e una luce lampeggiante si sarebbero poi attivate in modo da guidare i soccorritori per il recupero.

Van Blaaderen contattò le Poste Olandesi affinchè adottassero la sua idea, ma, dopo comunque una riuscita dimostrazione, l’approvazione del dispositivo non ci fu.

A quel tempo in Olanda il servizio di raccomandata non copriva il trasporto al di là dell’oceano e venivano eventualmente sottoscritte delle polizze assicurative private.

Nel 1920 si arrivò ad un accordo: fabbricazione a carico del nostro inventore e tassa a carico del governo Olandese. Ma ci si rese subito conto che la tassa pagata non riusciva a coprire i costi e quindi si stabilì che il mittente avrebbe pagato una tassa postale addizionale, il cui ricavato sarebbe stato diviso tra Van Blaaderen (5/8) e l’amministrazione postale (3/8) attraverso proprio l’acquisto di questi bolli e la loro apposizione.

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Durante il Congresso di Madrid del 1920 l’U.P.U. autorizzò le nazioni aderenti a richiedere una sovratassa, che comunque non avrebbe dovuto superare i 30 centesimi ogni 20 grammi di peso o frazione. Il sovraprezzo, come libera scelta del mittente, permetteva il viaggio della corrispondenza al sicuro nell’apposito contenitore. La sovratassa andava a favore dello Stato da cui partiva l’oggetto postale.

Ma questi contenitori furono utilizzati soltanto sulle navi delle Linee Olandesi, nei tragitti tra la madrepatria e le Indie Olandesi, risultando alla fine solo queste due le nazioni che aderirono al trattato dell’U.P.U.

In vignetta possiamo vedere riprodotto il contenitore mentre galleggia sul mare mentre alcuni gabbiani lo sorvolano curiosi o in azione lampeggiante.

La vendita dei francobolli terminò il primo settembre 1923.

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Sui cataloghi vengono comunque riportati come “Marine Insurance Stamps.


The Canadian Patent Office Record and Register of Copyrights and Trade Marks, Volume 44.