CRIMINE, ARNESI DA SCASSO E GRIMALDELLI

Questa pagina, in continuo aggiornamento, è un contributo allo studio dei mezzi utilizzati dalla delinquenza per compiere furti senza scasso e alcuni furti con tecniche di effrazione particolari o altri espedienti.

Molto altre immagini (circa il doppio di quelle contenute in questa pagina) sono raccolte in una sezione riservata, accessibile a richiesta inviando una mail all'indirizzo riportato nella sezione Contatti di questo sito. Saranno anche molto gradite segnalazioni di notizie e immagini che possono contribuire a questa rubrica.

1° puntata:

Da qualche tempo ho iniziato a curiosare tra le notizie giornalistiche per vedere cosa si trova in rete sugli strumenti usati da ladri e scassinatori per eseguire furti, senza rompere i meccanismi di chiusura.

Se la maggior parte dei ladri utilizza strumenti da scasso per perpetrare i furti, un numero più ristretto di delinquenti utilizza strumenti e tecniche anche molto sofisticati.

Inizio da questa immagine di attrezzi elettronici usati da ladri d'auto pubblicata oggi su un quotidiano pugliese che la commenta così: "All’interno dell’abitacolo dell’auto gli agenti hanno recuperato un’efficace attrezzatura tecnologica, tra cui un notebook, un disturbatore di frequenza “jammer”, uno scanner per la diagnostica delle centraline ed una chiave elettronica, compatibile con il mezzo, da programmare una volta a bordo dell’auto da asportare".

La notizia completa è visibile al link

https://www.tarantobuonasera.it/news/68975/beccati-ladri-dauto-tecnologicamente-avanzati/

2° puntata:

Questa notizia del 2016 di un sequestro di attrezzature di una scassinatore è corredata da una sola immagine, che però è ricchissima di dettagli molto interessanti da decifrare. Tra i molti oggetti riconosco: vari grimaldelli per serrature a doppia mappa e decoder per serrature a chiavi punzonate, siringhe per materiali da impronta o per il sistema a "chiave morbida", grimaldelli per chiavi a pistoncini, un Plug-Spinner (marca Dino), un otoscopio, un cannello per saldatura Dremel VersaFlame e infine, ma non sono sicuro, delle chiavi a urto (bump-keys) e dei decoder per chiavi punzonate.

Maggiori dettagli

https://www.marsicalive.it/nascondeva-in-casa-un-vero-armamentario-per-furti-in-appartamenti-romeno-deunnciato/

3° puntata:

Facciamo due passi indietro nel tempo nella tecnica criminale di apertura delle serrature e troviamo il cosiddetto "spadino" (in inglese "jiggler"), il grimaldello artigianale usato per forzare le serrature delle autovetture e delle moto.

Benché progressivamente diventato meno efficace per l'evoluzione dei mezzi di chiusura, le cronache continuano a riportare saltuariamente notizie di sequestri.

Un esempio è questa notizia da Pescara nel 2019:

https://www.pescaralive.it/pescara-furti-di-ciclomotori-nella-notte-la-polizia-arresta-un-17enne-munito-di-grimaldello/

4° puntata:

E' nota la tradizione criminale dei "cassettari" romani. Talvolta sono catturati dalle forze dell'ordine e si riesce a conoscere meglio il loro modus operandi e gli strumenti che utilizzano.

In un articolo di cronaca del giugno 2018 sono elencate le specialità di una banda di nove persone dedite a:

“-furti in gioiellerie ed esercizi commerciali con la tecnica “del buco”, utilizzando anche sofisticate apparecchiature quali potentissimi jammer a 12 frequenze in grado di disabilitare nel raggio di decine di metri, non solo gli apparati telefonici e radio, ma anche le frequenze delle telecamere di sorveglianza;

-furti di denaro contante dagli sportelli bancomat posizionati nei centri commerciali, e quindi lontani dalle filiali, ai quali i sodali accedevano indisturbati sostituendo, per brevi periodi che intercorrevano tra il giorno di ricarica del denaro all’interno della cassa continua al giorno del “colpo”, la serratura d’ingresso all’area self dello stesso ATM. Una volta sostituita la serratura, i malviventi travestiti da metronotte con tanto di tessera di riconoscimento e divisa, si introducevano all’interno e sempre in contatto con i complici all’esterno che controllavano l’eventuale arrivo di forze dell’ordine, riproducevano manualmente e perfettamente, la chiave d’apertura della cassa continua che, associata alla combinazione a tempo ricavata mediante l’utilizzo di sviluppatore di algoritmo, faceva si che la cassaforte si aprisse potendo rubare il denaro contenuto all’interno”.

5° puntata:

Un particolare tipo di strumento di apertura delle serrature a pistoncini, tipo Yale, che non danneggia (in modo visibile almeno) le serratura è il grimaldello a pistola. Detto in inglese pick gun, ha una lama intercambiabile da inserire nella fessura della serratura ed un grilletto per l'azionamento (come una pistola). Quando è azionata, la lama scatta spingendo i pistoncini e facilitandone l'allineamento corretto. Grazie a questo meccanismo l'apertura della serratura risulta spesso semplificata rispetto all’uso dei grimaldelli tradizionali (tensore e palpatore). Talvolta questo attrezzo è sequestrato a scassinatori arrestati dalle forze dell’ordine. In generale è uno strumento non troppo costoso che anche molti appassionati di lockpicking si sono cimentati ad usare almeno qualche volta.

La notizia completa ė pubblicata al link: https://genovaquotidiana.com/2019/05/11/arrestata-banda-di-ladri-dappartamento-ecco-come-colpiva-il-video/

6° puntata:

Sono piuttosto frequenti nelle cronache le notizie di arresti di scassinatori e del relativo sequestro di “arnesi da scasso”. Il termine non è sempre del tutto corretto dato che anche se sono spesso presenti giraviti e piedi di porco usati per aperture forzate, si possono anche trovare con relativa frequenza grimaldelli usati per l’apertura con destrezza di serrature e lucchetti. Nella foto alcuni grimaldelli per serrature a pistoncini e altri per serrature a doppia mappa.

https://www.casilinanews.it/146153/attualita/cronaca/eur-ladri-scoperti-tre-topi-appartamento-alle-tre-fontane.html

puntata:

Gli scassinatori georgiani. Nello scorso decennio protagoniste le bande di “professionisti” di origine georgiana sono state protagoniste indiscusse delle cronache sui furti. Organizzati perfettamente compivano veri e propri tour lungo la Penisola perpetrando furti, generalmente senza effrazione. I georgiani fanno parte di quelle organizzazioni di carattere etnico strutturati in clan. I gruppi operativi in Italia sono risultati, in genere, di provenienza dalla capitale Tiblisi e dalle due città di Kutaisi e Rustavi. Seguiremo in altri post alcune delle loro imprese e osserveremo l’equipaggiamento di cui erano dotati. Nelle foto grimaldelli per serrature a doppia mappa e plug-spinner.

Le immagini sono tratte da questi link:

https://www.lastampa.it/torino/2019/08/16/news/presi-due-topi-d-appartamento-erano-in-vacanza-a-torino-per-svaligiare-le-case-1.37352653

https://questure.poliziadistato.it/it/Torino/articolo/6905d56807675a00378537454

puntata:

Gli scassinatori georgiani hanno compiuto incursioni praticamente dovunque in Italia. Molto sono stati assicurati alla giustizia e le foto mostrano una dotazione di strumenti di variabile ricchezza. A Sondrio i carabinieri mostravano in questa immagine alcuni grimaldelli per serrature a doppia mappa.

Articolo completo al link: https://www.altarezianews.it/2013/11/27/sondrio-finiti-in-manette-due-georgiani-clandestini-con-laccusa-di-furto-aggravato/

puntata:

I ladri di auto sono spesso molto organizzati soprattutto se hanno come prede automobili di lusso con efficienti sistemi antifurto. Qui fotografate le dotazioni sequestrate a un ladro che si dedicava soprattutto alla Porsche. Vediamo alcune “chiavi di forza” che rompono la serratura senza però danneggiare la carrozzeria e alcuni jammer che bloccano la trasmissione dell’allarme via telefono e la localizzazione del veicolo. In genere i ladri sostituiscono anche la centralina con un’altra priva di codice e riescono così a portare via il veicolo indisturbati...

L’immagine è tratta da questo articolo:

https://www.milanotoday.it/zone/rho/arrestato-ladro-marco-porsche.html

10° puntata:

Ancora grimaldelli di una banda di scassinatori georgiani. Così riporta l'articolo "arnesi da scasso: spadini fabbricati in casa, simili a chiavi bulgare, e in grado di aprire qualunque serratura, anche quella blindate. Lavori di precisione – ha spiegato il vicequestore - i ladri georgiani hanno una tradizione alle spalle e spesso fanno parte di organizzazioni. Sanno ancora prima di commettere il furto il tipo di serratura che troveranno”.

Articolo completo al link: https://www.reportpistoia.com/archivio/pistoia/item/63750-pistoia-presa-banda-di-ladri-recuperata-la-refurtiva.html

11° puntata:

Anche in Svizzera sono descritti sequestri di grimaldelli per serrature a doppia mappa della tipologia che abbiamo visto più volte. Nella foto compaiono insieme ad alcuni grimaldelli artigianali per serrature a pistoncini.

Articolo al link:

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/cronaca/Trovati-con-attrezzi-da-scasso-arrestati-94894.html

12° puntata:

Ancora grimaldelli per serrature a doppia mappa. Molto semplici ma in mani allenate riescono ad aver ragione di serrature ancor oggi diffusissime.

Articolo con cenni sugli scassinatori georgiani al link: https://telenord.it/arrestati-4-ladri-georgiani-specializzati-in-furti-con-la-chiave-bulgara/

13° puntata:

Ancora scassinatori georgiani...

https://www.grnet.it/sicurezza/carabinieri/11-bari-furti-in-appartamento-cc-arrestano-due-georgiani/

14° puntata:

Arrestati grazie a un sistema di allarme da pochi euro. Cosi riferiscono le cronache del 2018: "...I proprietari, marito e moglie, dell’appartamento al quinto piano di un condominio, non erano in casa. Fuori per lavoro, sono stati avvisati da un piccolo ma efficace allarme domestico con telecamera che ha segnalato l’intrusione tramite mail al cellulare del proprietario. L’applicazione del dispositivo ha infatti inviato una foto mostrando la porta aperta. Uno di quegli allarmi che si trovano nei grandi rivenditori, a una modica cifra, che al momento del bisogno, tuttavia, è risultato salvifico".

Vani i tentativi degli scassinatori di scappare e di liberarsi dei grimaldelli che ora possiamo osservare nelle foto di fonte giudiziaria:

https://www.parmapress24.it/2018/10/10/san-leonardo-arrestati-in-flagrante-ladri-professionisti-con-set-completo-di-grimaldelli-il-bottino-gioielli-e-una-maglia-della-juve/

15° puntata:

Nel 2018 a Reggio Calabria sono stati arrestati 3 cittadini bulgari, per il reato di tentato furto in abitazione, violazione di domicilio e possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli. I tre avevano tentato di introdursi in un appartamento ma la proprietaria, uditi dei rumori aveva chiamato la Polizia.

Tra gli strumenti alcuni grimaldelli per serrature a doppia mappa di produzione commerciale e alcune chiavi predisposte per l'apertura di serrature punzonate con il sistema della "chiave morbida".

Da un articolo a questo link: https://www.zoom24.it/2018/10/11/reggio-calabria-cinque-arresti-una-denuncia/

16° puntata:

Sequestrati nel 2016 a Genova, gli strumenti di un ladro sessantunenne. Così raccontano le cronache: "trovato nel fanale posteriore destro un involucro che conteneva tutti i componenti della cosiddetta “chiave bulgara”, tristemente nota a chi ha subìto furti in abitazione, e poi grimaldelli, brugole, spadini, bombolette lubrificanti per serrature, lastre di plastica e punte da trapano". Riconoscibili vari grimaldelli di fabbricazione artigianale.

Fonte: https://www.genovatoday.it/cronaca/principe-denuncia-sequestro-topo-appartamento.html

17° puntata:

Ancora georgiani. Così è descritta la scena: "All’arrivo degli agenti, i due avevano già forzato la porta d’ingresso ed erano pronti ad introdursi nell’appartamento. Vistisi scoperti, hanno provato inutilmente a scappare abbandonando maldestramente il bussolotto della porta appena forzata, un estrattore ed alcune chiavi adulterine. Altri arnesi – un cacciavite, chiavi inglesi, uno spray lubrificante – sono stati recuperati e sequestrati dopo l’arresto".

Fonte: http://www.strettoweb.com/foto/2019/05/furto-appartamento-messina-ladri/842168/#1

18° puntata:

Spadini e chiavi di forza sequestrati a tre malviventi italiani nel 2019 a Lucca.

Fonte: https://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2019/11/beccati-dopo-un-normale-controllo-tre-sospetti-scassinatori/

19° puntata:

Ladro italiano arrestato nel 2019. Questo il metodo per introdursi negli appartamenti e scassinare le casseforti: "...Il malvivente, con la complicità di altri soggetti in corso di identificazione, dopo aver raggiunto località balneari di questa provincia, attendeva l’arrivo delle vittime alle quali sottraeva dalle autovetture le chiavi degli appartamenti, individuava dai documenti l’indirizzo di residenza ed, infine, per garantirsi un ulteriore margine di tempo danneggiava o bucava una ruota. Con le chiavi precedentemente sottratte, i malviventi si introducevano nell’appartamento e, individuata la cassaforte, l’aprivano con la fiamma ossidrica. Dopo il furto, il ladro e i suoi complici ritornavano presso la vettura del proprietario e riposizionavano le chiavi all’interno con lo scopo di non far insospettire la vittima del furto subito ritardandone così la scoperta".

Fonte: https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/arrestato_scassinatore_barese_in_trasferta_a_lecce-4310895.html

20° puntata:

Georgiani e "chiave bulgara". In realtà si tratta dell'ormai notissimo kit di apertura in dotazione alle bande di scassinatori georgiani.

Fonte: https://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2016/12/08/news/presa-la-banda-della-chiave-bulgara-1.14535206

21° puntata:

Sessantadue arresti di scassinatri georgiani nel febbraio 2021, membri di un'associazione per delinquere transnazionale (diretta promanazione dell'organizzazione denominata "Ladri di legge", "Thieves in the Law", "Vor v zakone" ed in georgiano Kanonieri K'urdi), che erano specializzati nella commissione sistematica e professionale di furti in abitazione con la contestuale attività di ricettazione e riciclaggio all'estero dell'imponente refurtiva.


Gli investigatori descrivono un codice interno di regole dietro ai 'ladri della legge' che si esprimeva attraverso una simbologia come i tatuaggi. Per esempio non potevano sposarsi per evitare di mettere a repentaglio la conoscenze dall'associazione, venivano rimproverati se rubavano salvadanai dei bambini o se si picchiavano dando nell'occhio davanti a persone o telecamere. Criminologicamente unici nel loro genere". Gli arresti sono il risultato di un'operazione della Polizia di Stato che ha portato a 62 misure cautelari in tutto il Nord Italia, dal Reggiano (dove le bande avevano il loro epicentro) a Modena, Piacenza, Ravenna, Padova, Genova e Bologna, ma anche all'estero (Francia, Grecia, Slovenia e Ungheria) dove avevano diverse ramificazioni.

La struttura verticistica dell'organizzazione criminale sarebbe nata nell'ex Urss, in avversione alla repressione stalinista, da qui il nome 'ladri di legge'.

Fonte: https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/02/09/news/furti_in_casa_col_metodo_georgiano_maxi-operazione_62_arresti-286679072/

22° puntata:

Due scassinatori georgiani e uno italiano arrestati nel 2015 e vari grimaldelli sequestrati.

Curiosa la descrizione dell'intervento della polizia: "...gli agenti delle Volanti hanno raggiunto lo stabile segnalato in via La Farina. Bloccate le vie di fuga, hanno raggiunto l’appartamento preso di mira dai malviventi. Sin dall’arrivo i poliziotti hanno notato che “qualcosa” pendeva dalla ringhiera del balcone della casa interessata. Si trattava di un piccolo portachiavi con cerniera, contenente un set completo di chiavi adulterine e munito di calamita che permetteva all’oggetto di restare appeso all’inferriata. Altri oggetti sono stati recuperati e sequestrati: cacciaviti, guanti, coltelli, pinze, mascherine ed infine la saldatrice munita di elettrodi".

Fonte: http://www.messinaora.it/notizia/2015/08/10/sventato-colpo-in-centro-citta-in-tre-arrestati-mentre-stavano-asportando-la-cassaforte-da-un-appartamento/63125

23° puntata:

Sul singolare fenomeno delle bande di scassinatori georgiani, nell'ultimo decennio protagonisti di numerosissimi furti senza scasso in appartamenti della penisola, esistono solo notizie frammentarie. Qualche elemento è reperibile, anche se spesso in modo confuso, sui media in merito alle loro tecniche. Ne è un esempio questa notizia che fornisce anche qualche riferimento etnico: "La spiccata specializzazione nei furti in appartamento, attività che malviventi georgiani privilegiano solo in Italia (in altri Paesi si dedicano al riciclaggio, allo spaccio di stupefacenti, all’uso di documenti falsi) è anche attribuibile alla facilità con cui da noi evidentemente si possono compiere tali attività e alla impunità sostanziale che si rileva. Insomma, da noi i ladri georgiani vengono volentieri a svaligiare le case dove riescono ad entrare in genere con “delicatezza”, utilizzando la tecnica del lockpicking che consiste nell’aprire le serrature delle porte, anche quelle blindate, utilizzando grimaldelli e arnesi da scasso appositamente costruiti o semplici copie di chiavi alterate.

I georgiani fanno parte di quelle organizzazioni di carattere etnico strutturati in clan come le altre etnie che gravitano nella regione del Caucaso, tra cui gli azeri (dominano il mercato ortofrutticolo con modalità simili alla camorra), i daghestani (gestiscono il racket del piccolo commercio), gli osseti (si evidenziano nelle rapine). I clan georgiani operativi in Italia sono risultati, in genere, di provenienza dalla capitale Tiblisi e dalle due città di Kutaisi e Rustavi. Eventuali momenti conflittuali tra soggetti appartenenti a gruppi diversi sono stati sempre risolti con l’intervento di connazionali maggiormente carismatici presenti in Italia o all’estero".

Fonte: http://www.liberainformazione.org/2021/02/10/i-ladri-georgiani-maestri-nei-furti-nelle-abitazioni/

Alcuni media riportano informazioni su lotte di potere nell'ambityo delle organizzazioni criminali georgiane in Italia: "Il capo» dell'ultima batteria arrestata si chiama Zviad Bokoveli, detto Zvio, e a giudicare dalle città di nascita il gruppo appartiene ai clan mafiosi della Svanezia (regione della Georgia). Negli ultimi due anni si sono fronteggiati anche in Italia i due più grandi clan della mafia ex-sovietica, quello legato alla città di Kutaisi e quello di origine tra Rustavi e Tbilisi. Un uomo del clan Kutaisi è stato ucciso dal gruppo rivale il 6 gennaio 2012 a Bari. Il suo presunto killer era un ladro georgiano, partito da Pioltello. Nelle intercettazioni si lamentava perché in Italia c'erano troppi svanezi."

Fonte: https://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_10/banda-georgiani-clan-leoni-colpi-appartamento-scassinatori-furti-2222082126157.shtml

Altre notizie sono rintracciabili qua e là sui media: "Maestri del furto di origine georgiana con all'attivo migliaia di colpi in tutta Europa, il cui cuore pulsante dell'organizzazione in Italia batteva a Reggio Emilia. Sono i cosiddetti "Kanonieri 'Kurdi", tradotto i "ladri della legge", nati in Russia sotto il pugno duro del regime di Stalin e sopravvissuti- nell'illegalità- fino ai nostri giorni".

Fonte:https://www.modenatoday.it/cronaca/arresti-ladri-georgiani-reggio-9-febbraio-2021.html


Ulteriori dettagli si trovano in un altro articolo:

"Nel corso delle indagini si è rilevata la presenza di tatuaggi evocativi dell'appartenenza ad un gruppo. Con riguardo al significato, simbolico, dei tatuaggi, già il gip di Bari sottolinea che tra le caratteristiche storiche del fenomeno associativo in esame, che affonda le sue radici nella 'mafia russa' vi sono il gergo, i tatuaggi e i soprannomi. Si legge nell'ordinanza che "il gergo criminale comprende più di diecimila parole ed espressioni; ne esiste uno comune e uno specializzato per settori, in cui rientrano i linguaggi delle singole categorie: borsaioli, truffatori, malversatori, ricettatori di antiquariato, narcotrafficanti, taglieggiatori. Esso serve non solo per rivolgersi e per farsi riconoscere, non solo per mantenere una certa riservatezza nelle comunicazioni all'interno del gruppo, ma anche per selezionare il giro degli interlocutori. Per quanto riguarda il tatuaggio, anch'esso è una sorta di biglietto da visita del criminale, in base la quale si può capire chi si ha di fronte e da quale categoria esso appartenga. All’atto del suo arresto, sulla pelle di uno degli arrestati erano tatuate quattro stelle a otto punte assomiglianti a delle rose dei venti, di cui due tatuate sulla parte frontale delle spalle e due tatuate sulle ginocchia. A tale proposito, si rileva che sulla base degli studi sociologici e storiografici condotti sul punto, che: "in particolare le stelle ad otto punte, come riportato su alcuni testi e saggi tra cui si riporta il più attendibile 'russian criminal tattoo police files' pubblicato da fuel e scritto da Damon Murray, le stelle tatuate sulle spalle vengono portate dai 'vory v zakone' cosiddetti 'ladri in legge'. Un 'ladro in legge', all’interno del mondo criminale di matrice georgiana russofona, è una figura specializzata: in particolare un abile ladro che soddisfa determinate caratteristiche della tradizione criminale".

Fonte: https://www.genovatoday.it/cronaca/furti-arresti-banda-georgiani.html


Continuando a esplorare in rete, finalmente una notizia fornisce una pista, completamente da verificare, circa l'alta specializzazione degli scassinatori georgiani in serrature europee. Se la notizia fosse vera spiegherebbe il fenomeno rimasto a lungo misterioso: "I georgiani fermati dalla Polizia in zona Tor Sapienza, sono abili scassinatori, noti maghi delle serrature perché molte aziende specializzate nella produzione di serramenti, negli anni 90, hanno aperto fabbriche in Georgia. Di fatto questa esportazione della produzione ha creato un’alta scuola di chiusure blindate. Hanno vita facile anche con il cilindro europeo. Discorso analogo per i Bulgari, che hanno inventato il cosiddetto «grimaldello bulgaro», un sofisticato strumento – detto anche «chiave bulgara» – inventato pare degli 007 dell’Est per farsi strada negli appartamenti dove dovevano inserire le microspie. Nel solo 2011 sono state diverse centinaia i ladri georgiani arrestati per furti in appartamento. Lavorano quasi sempre in bande da 4-5 persone, utilizzando molto spesso anche le donne".

Fonte: https://www.cronachecittadine.it/roma-la-polizia-di-stato-ha-sgominato-una-banda-di-georgiani-esperti-furti-appartamento/

24° puntata:

Torino 2018. Arrestato un ladro settantatreenne e sequestrati vari grimaldelli

Fonte: https://www.torinoggi.it/2018/08/07/leggi-notizia/articolo/arrestato-un-ladro-dappartamento-over-70.html

25° puntata:

Non esattamente criminalità ma di certo non un regime democratico. Nella ex Germania Est praticamente tutti I cittadini erano sorvegliati dalla tristemente famosa Stasi (la polizia segreta della DDR), o avevano delle microspie in casa, ovviamente senza saperlo. A quei tempi, le autorità reprimevano anche il più piccolo segno di dissenso, fin dentro le case dei cittadini, installando cimici e microfoni nascosti nei muri o nelle prese elettriche. La Stasi aveva perfezionato i sistemi di apertura senza scasso delle serrature e i suoi strumenti sono ancor oggi interessantissimi... Li ha descritti in dettaglio nel volume “Stasi Secret Service Tools" (purtroppo in tedesco) Oliver Diederichsen

https://www.zeit.de/kultur/literatur/2019-06/stasi-secret-service-tools-oliver-diederichsen-buch

26° puntata:

Grimaldelli georgiani sequestrati a Bisceglie nel 2016

Fonte: https://www.batmagazine.it/news/2016/04/bisceglie-tentano-furto-in-un-palazzina-in-trappola-tre-topi-dappartamento/

e

https://go-bari.it/notizie/cronaca/28196-bisceglie-tentano-furto-in-palazzina-presi-3-topi-dappartamento.html.

27° puntata:

Niscemi, gennaio 2018. Denunciato topo d’appartamento sorpreso in una abitazione con attrezzatura da scasso.

Alcuni strumenti piuttosto famosi. Un grimaldello elettrico e un plug-spinner della Multipick oltre a una "chiave bulgara".

Fonte: https://www.lagazzettanissena.it/denunciato-topo-dappartamento-sorpreso-in-una-abitazione-con-attrezzatura-da-scasso/

28° puntata:

Ancora grimaldelli sequestrati a ladri georgiani nel 2019 a Roma

Fonte: https://questure.poliziadistato.it/it/Roma/articolo/9505ce28a38d41c5876927840

29° puntata:

Scassinatori arrestati a Terni nel 2019

Fonte: https://www.quotidianodellumbria.it/quotidiano/terni/tentato-furto/terni-topi-dappartamento-colti-flagrante-dai-carabinieri

30° puntata

Inserisco queste immagini, che non c’entrano esattamente con l’argomento degli strumenti da scasso usati dai criminali, ma che forse interessano gli appassionati di storia e gli esperti di serrature e casseforti che mi leggono. Non molto tempo dopo la fine della battaglia per Berlino nel 1945, il fotografo trentatreenne di LIFE William Vandivert andò a scattare un reportage sul paesaggio devastato della città. Nelle immagini, la cassaforte nella stanza di Hitler nel Führerbunker, il rifugio sotterraneo a Berlino dove Adolf Hitler si suicidò il 30 aprile 1945. Da notare le apertura ricavate nello sportello, forzato probabilmente dalle truppe sovietiche, utilizzando una fiamma ossidrico.

Fonte: https://www.life.com/history/after-the-fall-photos-of-hitlers-bunker-and-the-ruins-of-berlin/?fbclid=IwAR0-WYCfdpSxfl-eNzhS_YErgJV4t5dwUwDqb3RsYoaAlo0gODf80lL-nEA

31° puntata

Grimaldelli sequestrati a Cesena nel 2015. Si distinguono alcuni strumenti per l'apertura di serrature con chiave a doppia mappa e tessere di plastica per l'apertura di porte chiuse senza mandate.

Fonte: http://www.romagnanoi.it/news/home/1216195/Trovati-in-possesso-di-strumenti-da.html

32° puntata

Spadino sequestrato nel 2014 a un ladro di automobili

http://www.strettoweb.com/2014/05/messina-arrestato-uomo-per-tentato-furto-foto/136499/

33° puntata

Così è descritta una particolare tecnica usata dai malviventi: "...i malviventi avevano predisposto mezzi e uomini ed avevano raggiunto un’elevata preparazione tecnica nella creazione di chiavi complesse, riprodotte grazie ad un software informatico che funzionava sulla base di una semplice fotografia delle chiavi. Dopo un’accurata scelta dell’obiettivo venivano effettuati sopralluoghi per studiare orari e abitudini delle vittime prescelte. Il gruppo utilizzava la tecnica della duplicazione illegale di chiavi mediante l’utilizzo di fotografie senza nessuno scasso. La riproduzione veniva affidata ad fabbro esperto del settore. La moglie di quest’ultimo teneva contatti con i membri dell’associazione".

Fonte: https://www.ottopagine.it/na/cronaca/137502/foto-alle-chiavi-ecco-il-duplicato-presa-banda-di-ladri.shtml

e

https://www.ilgazzettinovesuviano.com/2017/10/02/banda-di-ladri-chiavi-foto/

34° puntata

Non proprio crimine ma comunque attrezzature interessanti in uso al KGB. Ringrazio Kirill Kirill per la segnalazione di un interessante articolo sull'argomento dell'ottimo Marc Weber Tobias e per la foto del "toola KGB 1983g PISKARJ".

Fonte: https://www.forbes.com/sites/marcwebertobias/2011/05/19/a-former-kgb-covert-entry-expert-speaks/?fbclid=IwAR35ZHqI7CtrAwNw_fhal0EGoW4YfAL6QQTcFDE-wYCtW31G9HycHydD9x0&sh=1e1098736570

Curiosando un pò in rete si trovano alcune immagini di grimaldelli di provenienza sovietica in uso al KGB, pubblicati nel catalogo di alcune aste

https://www.julienslive.com/m/lot-details/index/catalog/370/lot/150173

https://www.julienslive.com/m/lot-details/index/catalog/370/lot/150168

https://www.julienslive.com/m/lot-details/index/catalog/370/lot/150169

https://www.julienslive.com/m/lot-details/index/catalog/370/lot/150169

Un tema interessante, sicuramente da approfondire.

35° puntata

Uno dei più noti scassinatori della II Guerra Mondiale non era un criminale o una spia. Durante gli studi nel corso della Seconda Guerra Mondiale per la costruzione della bomba atomica, nei laboratori di Los Alamos il fisico Richard Feynman, destinato a diventare celebre per le sue teorie e anche per la sua eclettica personalità, si divertiva ad aprire con la propria abilità cassetti e casseforti dei colleghi. Si tratta di uno degli esempi più famosi, della capacità di aprire serrature e altri mezzi di chiusura senza utilizzare le chiavi originali al di fuori di un contesto professionale o criminale.

Diceva di aver imparato a scassinare le serrature con un tale di nome Leo Lavatelli, non è dato sapere se fabbro o scassinatore, ma successivamente mise a punto tecniche originali per aprire le casseforti dei colleghi e dei militari di Los Alamos sfruttando le lacune umane nell’uso di questi mezzi di chiusura. Più che desumere la combinazione, come amava far credere, riusciva a ricostruire per mezzo di tentativi ed errori l’ultima cifra mancante di una cassaforte chiusa senza scombinare del tutto la combinazione o sfruttava il fatto che le combinazioni sono spesso sequenze di numeri che hanno una logica per chi le utilizza, come date di nascita o numeri di telefono.

Il suo hobby non era sempre facilmente compreso come testimonia questo brano della sua autobiografia:

…”Capitò nel periodo in cui mi chiamarono a Los Alamos, in New Mexico, per lavorare al progetto della bomba atomica. Dovevamo progettarla prima che lo facessero i tedeschi. Nel gruppo di lavoro c’erano Fermi, Bohr, Oppenheimer, insomma, i migliori fisici dell’epoca. Ed ecco la storia: un giorno a Los Alamos arrivarono una serie di nuovi schedari, avevano una serratura identica a quella delle normali casseforti e decisi di studiarne il meccanismo di sicurezza per decifrarne la combinazione. Scoprii che il meccanismo non era preciso [N.d.a. le tolleranze meccaniche, sono inevitabili] e che bastava provare solo 8000 combinazioni invece di un milione. In breve, capito il metodo, fui in grado di aprire quel meccanismo in poco più di 20 minuti. Nello stesso periodo andai una volta nell'ufficio del colonnello di Oak Ridge, una base militare vicina, a consegnarli un rapporto. Nella sua stanza c’era una grande cassaforte e chiesi al colonnello se potevo studiarla mentre lui leggeva il rapporto. Il colonnello mi accordò il permesso. Scoprii che il meccanismo era lo stesso degli schedari di Los Alamos. Così dissi al colonnello che quella cassaforte non era sicura e che avrei potuto aprirla in 40 minuti. Il colonnello mi sfidò a provarci e ci riuscii. Dissi al colonnello che era pericoloso lasciare le porte degli uffici aperte e che non era sicuro mettere documenti riservati dentro quelle casseforti. Risultato? Il colonnello scrisse al personale di Oak Ridge invitandolo a cambiare la combinazione delle casseforti, nel caso fossi ripassato dai loro uffici. Avevo trovato la chiave e quindi ero il colpevole”…

Di certo quest’abitudine bizzarra di divertirsi con serrature e casseforti contribuì alla fama di genio straordinario con cui Feynmann è ancor oggi ricordato.

Un video molto interessante è visibile al link:

https://www.openculture.com/2013/04/learn_how_richard_feynman_cracked_the_safes_with_atomic_secrets_at_los_alamos.html

36° puntata

L’episodio più famoso che vide l’impiego di tecniche da scassinatori ebbe luogo il 24 febbraio 1917. Mentre le strade di Zurigo erano in festa per il Carnevale quattro agenti segreti italiani penetrarono nel consolato austriaco in Svizzera, aprirono le porte con chiavi false, forzarono la cassaforte e si impadronirono dell’elenco delle operazioni in corso e dei nomi di agenti segreti e sabotatori operanti in Italia. L’azione fu l’atto finale di due anni di indagini da parte della Regia Marina per identificare le cause di sabotaggi tanto misteriosi quanto clamorosi ai danni di industrie e armamenti italiani. Il 27 settembre 1915 nel porto di Brindisi si era verificata un’esplosione nella corazzata “Benedetto Brin”, che era affondata rapidamente uccidendo 454 marinai. Un altro disastro si era verificato il 2 agosto 1916: un incendio nella corazzata Leonardo da Vinci aveva ucciso 270 tra marinai e ufficiali. A questi gravi fatti erano seguiti altri disastri senza apparente spiegazione: un incendio nel porto di Genova, l’esplosione del piroscafo Etruria a Livorno, l'incendio dell’hangar dei dirigibili ad Ancona, l’attentato alla fabbrica SIPE a Cengio nel savonese, l’esplosione di un treno carico di munizioni alla Spezia. Per caso nel corso di un tentativo di danneggiamento della centrale idroelettrica di Terni i carabinieri riuscirono ad arrestare un sabotatore mentre stava cercando di collocare una carica esplosiva sotto la diga del bacino delle Marmore. L’attentatore italiano ammise di agire per denaro e il fatto fu confermato dalla cattura di una secondo uomo che aveva il progetto di sabotare le centrali elettriche del Chiamonte e del Sempione. Le indagini portano a identificare nel consolato austriaco a Zurigo la base operativa degli agenti segreti. Capo dell’organizzazione era un diplomatico, il capitano di corvetta Rudolph Mayer. Fu così avviata una missione segreta italiana per smantellare la rete spionistica austriaca, che venne affidata al quarantaduenne capitano di corvetta Pompeo Aloisi. Dopo le prime osservazioni dell’edificio, Aloisi costituì una squadra di specialisti. Il primo componente fu l’avvocato Livio Bini, rifugiato a Zurigo, che svolse appoggio logistico. Fu reclutato poi un austriaco traditore che indicò la collocazione della cassaforte e fornì i calchi delle chiavi per aprire le varie porte. Furono poi reclutati il profugo triestino Remigio Bronzin, operaio della Stigler, esperto nel realizzare i doppioni delle chiavi. Completavano la squadra due ingegneri triestini, Salvatore Bonnes e Ugo Cappelletti, e il marinaio Stenos Tanzini, di Lodi, a cui fu affidato il compito di guidare l’incursione. Lo scassinatore Natale Papini fu reclutato in carcere a Livorno, dove era finito per avere svaligiato una banca di Viareggio. La scelta tra recarsi a Zurigo e, in caso di successo del colpo, venire liberato e profumatamente ricompensato, oppure finire subito in prima linea fu decisamente facile. Aloisi stabilì di agire il 22 febbraio durante il carnevale, contando sulla confusione per facilitare l'azione. Tanzini, Papini, Bronzin e Bini passando inosservati nelle strade in festa, entrarono nell'edificio e aprirono 16 porte una dopo l'altra. Ne trovarono però una diciassettesima chiusa di cui non disponevano del calco della relativa chiave e dovettero ritirarsi. In breve tempo la spia austriaca doppiogiochista si procurò anche il calco mancante che Bronzin fabbricò rapidamente. Il 24 febbraio il gruppo tornò all’azione apparentemente senza ostacoli, vista l’assenza dei due guardiani. Il cane da guardia fu narcotizzato e le porte furono aperte. L’assalto alla cassaforte era stato progettato con la fiamma ossidrica, strumento che confidavano potesse forzarla in breve tempo. Durante le manovre di taglio della corazza, dal buco aperto nella parete d'acciaio si sprigionò una nube di gas lacrimogeno. La squadra italiana fu così costretta a portare avanti l’azione in condioni proibitive, costretta ad aprire le finestre con il rischio di farsi scoprire e continuando a lavorare con stracci bagnati a difesa delle vie respiratorie. Si trattava di un consegno all’epoca piuttosti diffuso.

Come difesa contro le tecniche di perforazione erano impiegati ampolle di gas lacrimogeno o altri aggressivi chimici, poste in corrispondenza dei punti più vulnerabili. Queste difese non costituivano un ostacolo di per sé insormontabile contro gli scassinatori professionisti ma li costringevano a lavorare molto più faticosamente indossando maschere antigas. Scassinatori sorpresi da un’improvvisa nube di gas lacrimogeno sprigionata da ampolle immerse nella parete di calcestruzzo del forziere. Si trattava di una tecnica, oggi proibita, piuttosto frequente nei primi decenni del secolo. Dopo quattro ore di lavoro la cassaforte fu conquistata. All’interno documenti sull’intera rete di spie e sulle operazioni in corso, oltre a una grossa somma di denaro, centinaia di sterline d’oro, gioielli e altri preziosi. Tanzini e Papini trasportarono alla stazione il contenuto del forziere in tre valigie mentre Bronzin raggiunse il consolato italiano per avvisare Cappelletti e Bonnes del buon esito dell’impresa. Tutti partirono poi verso la capitale svizzera per consegnare il materiale ad Aloisi. Una volta esaminati i documenti, in Italia polizia e carabinieri avviarono una campagna di arresti dei sabotatori portando allo smantellamento della rete spionistica austriaca. Questa avventurosa azione ispirò il film “Senza bandiera” realizzato nel 1951 dal regista Lionello De Felice.

Nelle immagini Natale Papini e una dimostrazione dell'effetto dei congegni a gas lacrimogeno per la protezione delle casseforti.

Da: Clerici CA, Ballicu C. Scassinatori e spie. Storia & Battaglie, marzo 2020, pag. 39-45.

37° puntata

Cosenza, marzo 2018. Arrestati ladri che avevano derubato una tabaccheria. Sequestrate "13 chiavi alterate e 10 grimaldelli di vario genere".

Fonte: https://www.quicosenza.it/news/provincia/209225-pausa-pranzo-svaligiano-tabaccheria-arrestati-ladri-trasferta

38° puntata:

Genova, dicembre 2017. Scassinatore inseguito dalle forze dell'ordine si libera di una borsa contenente "un set completo di arnesi per la manomissione delle serrature".

Fonte: https://liguriaoggi.it/2017/12/21/genova-foce-tentano-furto-in-abitazione-con-chiave-bulgara-un-arresto-un-ladro-in-fuga/

39° puntata:

La rocambolesca storia di Albert Spaggiari (Laragne, 14 dicembre 1932 – Belluno, 10 giugno 1989). E' stato un criminale e militare francese di origine italiana, divenuto famoso per la grande rapina di Nizza, commessa ai danni di una delle più importanti banche francesi. Nel 1950 si arruola volontario nell'esercito francese che combatteva in Indocina; ritorna in patria quattro anni dopo, in stato di arresto, accusato di furto in un bordello di Saigon. Rilasciato nel 1957 in seguito ad un'amnistia, ritorna da sua madre a Hyères iniziando a condurre una normale vita borghese.

Conosce in questo periodo un'infermiera chiamata Marcelle Audi, che diventerà sua moglie; insieme si trasferiscono in Senegal, dove tuttavia non trovano fortuna finendo per ritornare in Francia nel 1960, trovando residenza a Nizza. In quest'epoca di intensi fermenti socio-politici (soprattutto per quanto riguarda le colonie francesi, che richiedono con insistenza l'indipendenza da Parigi), Spaggiari entra nell'Organisation Armée Secrète, movimento politico di estrema destra che al tempo si schierava contro l'indipendenza dell'Algeria. Nel novembre 1961 tenta di assassinare l'allora presidente Charles De Gaulle, colpevole agli occhi degli estremisti di destra di aver "abbandonato" l'Algeria francese piegandosi alle richieste di indipendenza degli algerini lasciando così "soli" circa 750.000 coloni francesi (i cosiddetti "pieds noirs"). Un anno dopo viene nuovamente arrestato in seguito ad una perquisizione della polizia in un appartamento di Villefranche-sur-Mer, in Costa Azzurra, nel quale vengono rinvenute armi e un'attrezzatura per stampare dei volantini per l'O.A.S.. Rilasciato nel 1966, ritorna a Nizza e apre un piccolo negozio di fotografia, professione per la quale dimostrerà un certo talento. In questo periodo continua ad intrattenere rapporti con l'estremismo di destra francese: aderisce ad una organizzazione chiamata Fraternità Armata SS, compie diversi viaggi a Monaco di Baviera, considerata allora il centro del neonazismo europeo e, nel 1968, soggiorna a Praga durante il periodo della primavera di Praga.

Negli anni successivi si guadagna da vivere con la sua attività di fotografo e, aiutato anche dalle conoscenze politiche (sembra che l'O.A.S. fosse un'organizzazione ben rappresentata nelle alte sfere politico-amministrative nizzarde dell'epoca), arriva a contatto con l'alta società cittadina di allora, cominciando a vivere alla grande. Si stabilisce nel 1973 a Bézaudun-les-Alpes, località rurale a breve distanza da Nizza. Sfiorato l'arresto nuovamente nel 1974 a causa di certe sue frequentazioni, prende in affitto nel settembre dello stesso anno una cassetta di sicurezza nella filiale nizzarda della importante banca francese Société Générale, situata nella centralissima avenue Jean Médecin. Inizia a prendere forma nella sua mente il piano di una rapina, con l'utilizzo di una serie di gallerie della rete fognaria di Nizza, sfruttate per aprirsi un tunnel di 8 metri di lunghezza per arrivare in prossimità della parete posteriore del caveau della banca, dove sono situate le cassette di sicurezza.

I lunghissimi lavori (oltre a martelli pneumatici, martelli ed altro materiale, viene portato un filo elettrico di circa 400 metri che, collegato all'impianto elettrico del parcheggio sotterraneo poco distante dalla banca, permette alla banda di avere un impianto d'illuminazione e ventilazione lungo tutto il tunnel) raggiungono l'obiettivo il giorno 16 luglio 1976, dopo due mesi di lavori svolti nell'indifferenza generale delle forze di polizia; la razzia alle cassette di sicurezza si protrae per tutto il fine settimana, terminando solo la mattina presto di lunedì 19 luglio. Il bottino supera i cento milioni di franchi dell'epoca,[6] cifra che fa definire questo colpo come la grande rapina di Nizza (o anche come la rapina del secolo). Viene arrestato per la rapina il mercoledì 27 ottobre 1976; i suoi interrogatori si protraggono, infruttuosi, fino al 10 maggio dell'anno successivo quando riesce ad evadere in maniera rocambolesca, saltando dalla finestra dell'ufficio del giudice presso il quale era stato portato per l'interrogatorio settimanale, dopo aver fatto uscire i poliziotti di scorta dalla stanza del giudice con la scusa di spiegare in privato al giudice come aveva fatto a fare la rapina.

La sua vita negli anni successivi è avvolta dal mistero; dopo l'evasione, si trasferisce dapprima in Italia, raggiungendo successivamente il Paraguay, accolto dal dittatore di estrema destra Alfredo Stroessner. In questo periodo vive alla grande, provocando in continuazione le polizie di tutto il mondo. Ricompare, in maniera teatrale, nel giugno del 1989, quando chiama la madre dall'Italia (o, secondo altri, dall'Austria), per confidarle di essere gravemente malato di un cancro alla gola; il giorno 10 giugno, all'alba, alcuni suoi amici lasciano il suo cadavere nella casa dell'anziana madre a Hyères. Viene inumato nel cimitero del borgo natale di Laragne.

40° puntata

Francavilla Fontana, luglio 2018. Blitz della polizia in un covo di ladri: recuperata una cassaforte. Sequestrati arnesi da scasso e grimaldelli.

Fonte: https://www.brindisireport.it/cronaca/recuperata-dalla-polizia-a-bari-cassaforte-rubata-in-appartamento-a-Francavilla-Fontana.html

41° puntata:

Lecce 11 novembre 2018. Furto nel caveau della Banca Nazionale del Lavoro.

Dopo due anni di indagine, i poliziotti della Squadra mobile del capoluogo salentino e del Servizio centrale operativo, coadiuvati da personale del Servizio cooperazione internazionale Polizia, del commissariato di Formia (Latina) e della sezione Polizia postale di Lecce, hanno arrestato quattro persone. Per due di essi sono stati disposti gli arresti domiciliari. I ladri riuscirono ad aprire con la fiamma ossidrica un centinaio delle 310 cassette di sicurezza presenti. Non portarono del tutto a termine il colpo, perché per qualche imprevisto dovettero accelerare la fuga. Lasciarono sul pavimento della sala antistante il caveau, quattro borsoni contenenti arnesi da scasso, gioielli e denaro, nonché altri borsoni vuoti. Il danno stimato complessivamente si aggirava intorno al milione di euro. Gli investigatori, per oltre due anni di indagini serrate, attraverso accertamenti, pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, eseguite con il personale dello Sco di Roma, hanno scoperto che uno o più malviventi erano entrati in banca il venerdì poco prima della chiusura. Ad avvalorare questa ipotesi la presenza, all’interno del caveau, di un armadio metallico, semi vuoto, capace di contenere all’interno una persona di media altezza, facendo in modo che la sua presenza non fosse rilevata dai sensori di movimento. I ladri avevano anche manomesso dall’interno il sistema di apertura della porta blindata impostandolo in modo che i complici potessero entrare dall’esterno senza dover forzare la porta corazzata. I cavi di trasmissione dei dati dell’impianto di videosorveglianza verso l’esterno in caso di assenza di rete, erano stati tranciati. Nelle indagini il primo fondamentale spunto è arrivato dall’analisi delle immagini delle varie telecamere di sorveglianza della città. Inizialmente è stata fatta l’analisi di quelle della zona intorno alla banca, ampliando il cerchio di interesse man mano che emergevano indizi, sino ad estrapolare le immagini di quelle collocate in punti di transito strategici della città. In particolare tre veicoli hanno colpito i poliziotti poiché procedevano nei giorni precedenti al colpo sempre uno dietro l’altro. Le indagini si sono pertanto indirizzate verso i proprietari dei mezzi, fino ad arrivare agli arresti odierni. Uno degli indagati è stato localizzato, grazie al lavoro del personale dello Scip, in territorio austriaco e precisamente nella città di Linz.

Fonte: https://www.poliziadistato.it/articolo/13602b91933ebe3924602076

42° puntata:

Chiasso, 27 febbraio 2018. Tentato furto al caveau, “Ocean’s Twelve” era «il colpo della vita»

È “Ocean’s Twelve” il nome dato dai carabinieri di Cerignola (Foggia) all’operazione che ha portato al fermo di 12 persone (10 in arresto e 2 indagate) nella notte tra domenica e lunedì. Un nome ispirato al film, che i componenti della banda che ha tentato il colpo alla Loomis di Chiasso menzionavano spesso durante le numerose telefonate, intercettate dai carabinieri. Delle 12 persone coinvolte, dieci sono finite in manette. Cinque in territorio elvetico e cinque in territorio italiano. Otto di loro sono di Cerignola e due di Foggia. Il gruppo, tutti pregiudicati e professionisti del crimine, era nel mirino delle autorità italiane per altri reati ed era tenuto sotto controllo dal mese di ottobre. «Il colpo della vita», come lo ha definito questa mattina il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio, stando ai media locali: «Attraverso trapani e trivelle volevano penetrare nel caveau per rubare denaro e oggetti preziosi per un valore totale attorno ai 50 milioni di euro. Soldi che avrebbero reinvestito per il salto di qualità». Il gruppo era ben organizzato, come hanno spiegato i carabinieri: auto rubate, nessun cellulare, allarmi disattivati. La “Loomis” è stata scelta dopo vari sopralluoghi tra Nord Italia, Svizzera e Francia. Nel corso di uno degli ultimi sopralluoghi - monitorato dagli investigatori della compagnia di Cerignola, della Polizia cantonale e dai Carabinieri delle compagnie di Abbiategrasso e di Como - i malviventi hanno intercettato le frequenze dei vari allarmi a protezione del caveau con un sofisticato congegno elettronico di ultima generazione, appositamente acquistato per 40’000 euro. La loro base logistica era in un B&B di Abbiategrasso (MI), da cui partire e dove ritornare dopo il furto, utilizzando autovetture rubate, sia in Svizzera che in Italia, custodite in un deposito tra le province di Milano e Como.

Fonte: https://www.tio.ch/ticino/cronaca/1243871/tentato-furto-al-caveau-ocean-s-twelve-era-il-colpo-della-vita

43° puntata:

Torino, 19 ottobre 2016. Arresti per il furto al caveau di una banca.

La Polizia di Stato di Torino, ha arrestato 18 persone, ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine. Nello specifico, l’attività si riferisce all’attività d’indagine condotta dalle Squadre Mobili di Torino, Napoli e Milano ed iniziata a seguito dell’ingente furto perpetrato presso la banca San Paolo di Torinonei giorni tra il 23 e il 26 aprile del 2016 quando un gruppo di criminali si era introdotto nel caveau della banca forzando centinaia di cassette di sicurezza ed asportandone il contenuto per un valore stimato di circa 20 milioni di euro. La banda, composta da oltre 10 persone, si era introdotta nell’istituto attraverso un foro praticato nel muro perimetrale del seminterrato approfittando della complicità di due guardie giurate di un istituto di vigilanza esterno che prestavano servizio presso la sala controllo, ubicata a Milano nella sede della Banca Intesa San Paolo. I complici avevano silenziato gli allarmi provenienti dalla sede torinese consentendo al gruppo d’azione di aprire una pesante porta blindata che dava accesso al caveau. Anche un secondo sistema di allertamento esterno al circuito San Paolo, non consentiva di accertare le “manomissioni” poste in essere dai due soggetti. Gli immediati accertamenti, le intercettazioni telefoniche e l’analisi di tabulati di numerose utenze mobili, confrontati con il traffico telefonico generato nel corso dell’ingente furto, hanno consentito di ridurre i possibili sospetti ed individuare con successivi servizi di pedinamenti ed osservazione, i componenti della banda. Durante l’attività investigativa è emerso che il gruppo stava progettando un altro colpo a breve termine. Da una serie di ulteriori e serrate attività di indagine si è riusciti ad individuare sia l’obiettivo sia le modalità di esecuzione del colpo: una rapina alla sala conta di una società di trasporto valori, con sede a Paderno Dugnano. La banda, quindi, dopo aver svuotato il caveau della banca San Paolo, a distanza di appena un mese, aveva già in progetto di commettere un secondo colpo “milionario” che avrebbe fruttato un bottino di oltre 20 milioni di euro. La rapina è stata sventata grazie al tempestivo intervento della Squadra Mobile di Milano e di quella di Torino che, il giorno stesso della progettata esecuzione del colpo ovvero il 9 giugno 2016, hanno fatto irruzione nella loro base logistica in località Paullo (MI), una villetta di due componenti del sodalizio criminale. Durante il “blitz” all’interno della casa sono stati trovati tutti gli indagati, ad eccezione dei due torinesi che erano andati via poco prima. È stato, inoltre, sequestrato tutto il materiale utile per la realizzazione della rapina comprese una decina di maschere in lattice per il travisamento, un’arma clandestina e delle armi giocattolo prive di tappo rosso, materiale informatico contenente immagini della società di trasporto valori, nonché immagini dei sistemi di sorveglianza della filiale di corso Peschiera del San Paolo di Torino. Inoltre, all’interno di un garage nella disponibilità dei soggetti è stata trovata una piccola parte della refurtiva proveniente proprio dalle cassette di sicurezza di Torino. Quanto al colpo sventato, la banda avrebbe inscenato la finta consegna di un pacco da parte di un corriere all’interno dell’obiettivo da rapinare, immobilizzando il personale addetto all’ingresso, per poi raggiungere la sala conta attraverso l’uso di copie di telecomandi e chiavi di sicurezza. Anche in questo caso vi era la complicità del personale della vigilanza, esattamente come era accaduto per il furto al San Paolo. Tutto era stato programmato nei dettagli compresa la fuga, infatti sono state ritrovate delle targhe contraffatte che i malviventi avrebbero applicato a un furgone appositamente noleggiato per allontanarsi dalla scena del crimine. L’ambizioso progetto della banda criminale ha visto coinvolti personaggi di tre grosse città italiane come Napoli, Torino e Milano, ciascuno con delle peculiarità criminali: i componenti napoletani, rapinatori di lungo corso che vantano nei loro curriculum già diversi assalti a furgoni portavalori e a caveau di istituti di credito; i componenti torinesi, già noti alle forze dell’ordine di Torino in quanto esperti nel settore serrature di sicurezza, gli unici con le competenze tecniche e le attrezzature idonee per poter effettuare il lavoro di apertura della porta-forte del caveau del San Paolo, nonché per duplicare chiavi e telecomandi che avrebbero consentito alla banda l’ingresso indisturbato all’interno della sala conta di Paderno Dugnano; i complici dell’area milanese sono invece tutte guardie particolari giurate che, in cambio di notevoli somme di denaro, hanno consentito ai malviventi di agire indisturbati. Il resto della banda è costituito dalla batteria di lavoro dei criminali napoletani e da parenti o sodali che hanno fornito supporto logistico ed operativo. Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso con modalità tali da rendere estremamente difficile sia la loro identificazione che la captazione delle conversazioni telefoniche, poiché utilizzavano una rete di telefoni cellulari chiusa e cambiavano in continuazione schede SIM ovviamente intestate a soggetti terzi o persone inesistenti.

Fonte: https://www.grnet.it/sicurezza/polizia-di-stato/20-torino-svuotarono-il-caveau-di-banca-san-paolo-con-un-bottino-di-20-milioni-polizia-arresta-18-persone/

44° puntata:

Reggio Emilia, marzo 2016. Incastrato dalle impronte digitali, in auto aveva il kit da scassinatore

Arrestato scassinatore georgiano

Fonte: https://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2016/03/17/news/incastrato-dalle-impronte-digitali-in-auto-aveva-il-kit-da-scassinatore-1.13143625

45° puntata:

Ancona, marzo 2018. In casa grimaldelli e serrature. Un laboratorio dove effettuare prove per scassinare e aggirare allarmi.

Fonte: https://www.centropagina.it/ancona/cronaca-ancona-in-casa-grimaldelli-e-serrature-denunciato-38enne/

46° puntata:

Rescaldina dicembre 2018. Congegno in grado di bloccare il suono delle placche antitaccheggio: arrestato un uomo.

Fonte: https://primamilanoovest.it/cronaca/jammer-silenziare-allarme-ladri-video/

47° puntata

Attrezzi sequestrati nel 2018 a uno scassinatore trentacinquenne georgiano, tra cui una chiave artigianale per cilindro europeo.

Fonte: https://www.romatoday.it/cronaca/ricercato-da-interpol-arrestato-roma.html

48° puntata:

Napoli, 25 aprile 2020. I militari dell'Arma della sezione radiomobile di Torre Annunziata sono riusciti a sventare un colpo ai danni di uno sportello automatico. Nell'erogatore del denaro infatti era stata applicata, grazie all'utilizzo di schiuma espansa, una miccia a lenta combustione ed un tubo del gas. Il sistema artigianale ed estremamente pericoloso era pronto per essere fatto esplodere.

Fonte: https://www.ansa.it/campania/notizie/2020/04/25/sventata-esplosione-bancomat_7abb4f95-c802-4c1d-9cb1-3af07cbc3528.html

49° puntata:

Questa una descrizione della tecnica dell'attacco dei bancomat con l'acetilene, ricavata dal link:

Fonti: https://www.osservatorioonline.com/articoli/tecnica-assicurativa/atm-attacchi-ai-bancomat/

"Attacco con gas esplosivo. La miscela – GPL o Acetilene e ossigeno – viene introdotta con una cannula all’interno del contenitore attraverso la bocchetta di prelievo contante. A questo punto è sufficiente una batteria da 9 volt per ottenere una esplosione in grado di svellere la porta della componente cassaforte, rompere le cerniere e deformare i catenacci. Queste esplosioni a volte, per incapacità, incompetenza o per inappropriato dosaggio del gas non sono controllate e diventano causa di incendio e/o compromissioni a livello strutturale dell’edificio dove è installata l’apparecchiatura con danni che spesso superano il reale danno di furto del denaro presente nell’ATM. L’attacco con gas esplosivo è basato sulla velocità di esecuzione. Dai dati rilevati da “registratori di eventi” collocati negli impianti antiintrusione delle banche è risultato che il crimine si perpetra in 3/6 minuti, periodo oltre il quale i malfattori rischierebbero di venir sorpresi dalle autorità il cui intervento medio si aggira sui 12 minuti. Così come sempre avviene, nel campo della prevenzione e sicurezza in ambito furto, ogni qualvolta si trova un sistema in grado di ridurre la frequenza o l’importo di danno conseguente agli attacchi ai bancomat, i malviventi escogitano un modo per aggirarlo. Ad esempio, per contrastare gli attacchi con gas sono stati installati, all’interno delle casseforti, dispositivi in grado di rilevarne l’emissione e di rilasciare un gas inerte, come l’anidride carbonica, in grado di togliere ossigeno e evitare la combustione. Dopo i primi attacchi infruttuosi, constatato il fattore inibitore del gas inerte, i ladri incominciarono ad usare dei serbatoi elastici (sacchetti, palloncini o similari) nei quali insufflare quello esplodente in modo tale da impedirne il rilevamento. Il passaggio successivo adottato dalle ditte costruttrici è stato quello di introdurre ulteriori sistemi che impediscano l’introduzione fisica di elementi estranei nei bancomat e di rinforzare questi ultimi con gabbie di contenimento che migliorassero la resistenza delle casseforti e rendessero complesso lo sfilamento dei contenitori di denaro".

Fonte immagini: https://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/colpi-ai-bancomat-sgominata-la-banda-dell-acetilene-1.1855937

50° puntata:

Foggia, marzo 2021. Operazione “jackpot”: furto con “marmotta” al bancomat

È infatti proprio grazie alla “marmotta”, classificato come congegno esplosivo composto da zolfo, alluminio ed altre sostanze chimiche, e costituito da un’asta avente alla base un contenitore metallico di forma rettangolare con all’interno materiale esplosivo innescato con uno spezzone di miccia pirotecnica di sicurezza, che i 4 soggetti sono riusciti a portare via il bottino contenuto nelle cassette di sicurezza,

Fonte: https://www.foggiatv.it/2021/03/12/operazione-jackpot-furto-con-marmotta-al-bancomat-di-san-paolo-civitate-del-maggio-2020-arrestati-gli-autori/

51° puntata

Benevento, maggio 2018. Scongiurato assalto al bancomat, arrestati due pregiudicati foggiani

Nel bagagliaio di una delle due auto, il personale ha rinvenuto un ariete artigianale solitamente utilizzato per la rottura di pareti murarie e porte blindate. Mentre, adagiato sul sedile anteriore - lato passeggero, gli agenti hanno trovato una pala cava artigianale in ferro comunemente denominata “marmotta” contenente materiale esplosivo ad alto potenziale, del tipo tritolo, con apposita miccia di accensione all’estremità. Infine, nel sedile posteriore dell’auto era occultato un secchio pieno di chiodi di ferro a stella che i malfattori avrebbero sicuramente usato per coprirsi la fuga indisturbati dopo aver piazzato il colpo.

Fonte: https://m.ilquaderno.it/benevento-scongiurato-assalto-bancomat-arrestati-due-pregiudicati-foggiani-foto-video-127985.html

52° puntata:

Grimaldelli di un ladro georgiano sequestrati nel 2019

Fonte: https://bari.ilquotidianoitaliano.com/cronaca/2019/08/news/tenta-di-rubare-portafogli-a-coppia-di-turisti-ladro-georgiano-preso-a-barivecchia-246281.html/

53° puntata:

Reggio Calabria, febbraio 2019. Sgominata gang di "topi" d’appartamento

"Nel corso della perquisizione le tre persone sono state trovate in possesso di numerosi strumenti idonei allo scasso ed all’apertura di serrature, anche di quelle più moderne e sicure".

Fonte: https://www.corrieredellacalabria.it/2019/02/09/reggio-sgominata-gang-di-topi-dappartamento/

54° puntata:

Milano, agosto 2020. Furti in casa. La Squadra Mobile di Milano, aha arrestato in flagranza tre cittadini georgiani, responsabili di un furto in appartamento.

Fonte: https://www.radiolombardia.it/2020/08/22/furti-in-casa-sei-arresti-a-milano/

55° puntata:

Benevento, ottobre 2011. Arrestato due scassinatori

Fonte: http://www.ntr24.tv/2011/10/24/avevano-commesso-dei-furti-in-abitazione-arrestati-dalla-squadra-mobile-due-cittadini-russi/

56° puntata:

Mestre. Hanno il Jammer, dispositivo blocca-allarmi, ma li beccano lo stesso

"Da una attenta analisi dei vari fotogrammi, era possibile stabilire che i soggetti, dopo aver scelto con cura tra la merce esposta capi di abbigliamento di marche prestigiose, riuscivano con l’utilizzo di uno strumento ad inibire il funzionamento delle barriere antitaccheggio, permettendo così il passaggio in sicurezza dei complici con la merce. Tale strumento, denominato “JAMMER” è risultato essere un apparecchio artigianale elettronico che opera su radiofrequenze specifiche".

Fonte: https://www.lavocedivenezia.it/furti-alle-barche-i-rumeni-hanno-il-jammer-dispositivo-blocca-allarmi-ma-li-beccano-lo-stesso/

57° puntata:

Cuneo, giugno 2018. Furti di denaro nelle slot-machine: tre fermati

"La banda aveva fatto ingresso nel territorio nazionale al solo preciso scopo di depredare gli incassi degli apparati elettronici installati all’interno di vari esercizi pubblici, prediligendo quelli con sala giochi separata dalla sala di mescita per potersi sottrarre in qualche modo allo sguardo diretto ed immediato di eventuali altri clienti o del personale interno. Scelto l’obiettivo, i tre rumeni, di solito, simulando di giocare con le video-slot, ne depredavano i relativi incassi aprendoli con l’ausilio di chiavi alterate e grimaldelli, senza lasciare segni di scasso o forzatura, lasciando subito dopo con atteggiamento disinvolto il locale".

Fonte: https://www.unionemonregalese.it/2018/06/08/furti-di-denaro-nelle-slot-machine-tre-fermati/

58° puntata:

Torino, maggio 2020. La “banda del buco” svaligiava sale slot con attrezzatura da speleologo: arrestati

"Eseguivano sopralluoghi accuratissimi nei locali da colpire, studiando dove fare il foro alle pareti limitrofe per accedervi, individuare i sensori di allarme presenti e la centralina di controllo da neutralizzare, per poi colpire muniti di attrezzature da speleologo: tute e caschi e lampade. Per rendersi invisibili agli antifurti volumetrici, strisciavano addirittura per terra, simulando delle vere e proprie tecniche militari. Poi sfondavano le porte interne, smurando la cassaforte eventualmente presente, e forzavano le slot machine a colpi di mazza ferrata, anche venti per volta, impossessandosi infine del denaro. Erano così diventati il terrore della sale da gioco della provincia di Torino, vittime di numerose incursioni predatorie".

Fonte: https://www.newsnovara.it/2020/05/08/leggi-notizia/argomenti/cronaca-19/articolo/notizie-dal-piemonte-la-banda-del-buco-svaligiava-sale-slot-con-attrezzatura-da-speleologo-a.html

59° puntata:

Genova, marzo 2020. Dalla Georgia per mettere a segno furti in casa

Tre cittadini georgiani di 28 anni, di cui uno gravato da pregiudizi di polizia e mai rimpatriato, sono stati arrestati dai carabinieri di Arenzano in flagranza di reato per “furto aggravato in abitazione in concorso e possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli”.

Fonte: https://www.ligurianotizie.it/dalla-georgia-per-mettere-a-segno-furti-in-casa-a-pegli-arrestati-3-immigrati/2018/03/28/291712/

60° puntata:

Roma, novembre 2019.Grimaldelli sequestrati.

"Un kit per il “ perfetto furto” composto da 42 grimaldelli, cacciaviti, calamite di diversa misura e naturalmente una torcia, è quanto trovato dagli agenti della Polizia di Stato dei commissariati Primavalle ed Aurelio indosso a due cittadini di origine georgiana responsabili di un furto in un appartamento nel quartiere Primavalle"

Fonte: https://questure.poliziadistato.it/Roma/articolo/9505ddd18cb0e5cb543720215

61° puntata:

Torino, settembre 2017. Furti in casa, catturati i maghi della chiave bulgara.

Un'altra immagine di grimaldelli sequestrati ai ladri georgiani in una maxi operazione

Fonte:

https://www.lettera35.it/furti-in-casa-catturati-a-torino-i-maghi-della-chiave-bulgara/

62° puntata:

Aprire una serratura con destrezza mediante i grimaldelli non è affatto facile. E' una tecnica che non si può improvvisare, che richiede un lungo apprendimento e in ambito criminale non è un’abilità così diffusa, tanto che solo un'esigua percentuale di furti avviene senza scasso. La maggior parte avviene sfrutando aperture lasciate aperte o scassinando con la forza porte e finestre. Gli strumenti più spesso usati sono i cacciaviti di grosse dimensioni come questi sequestrati.

Fonte: https://www.ligurianotizie.it/due-giovani-nomadi-in-trasferta-trovate-con-arnesi-da-scasso/2020/07/13/393368/

63° puntata:

Spadini e grimaldelli fanno anche parte dell'attrezzature di alcuni rapinatori. Nel 2015 a un delinquente romano sono stati sequestrati due spadini oltre a un revolver calibro 38.

Fonte: https://www.romadailynews.it/cronaca/fermato-31enne-romano-nella-sua-auto-pistola-e-coltello-a-scatto-0268280/

64° puntata:

Scampia, luglio 2019. Uno strumento da scasso artigianale.

Durante i perquisizione i carabinieri hanno trovato un "ariete" della lunghezza di un metro, quattro piedi di porco e due pali in ferro

Fonte: https://napoli.fanpage.it/perquisizioni-a-raffica-a-scampia-sequestrate-armi-munizioni-droga-e-attrezzi-da-scasso/

65° puntata:

Roma, febbraio 2021. Appio Tuscolano: ladri di scooter in via Volterra, due arresti

Spadini, nastro adesivo e jack elettrico: fermati con il kit dei perfetti ladri di scooter“

Fonte: https://www.romatoday.it/cronaca/ladri-scooter-via-volterra.html

66° puntata:

Bitonto, dicembre 2017.

Mentre i proprietari dell’immobile erano in vacanza, un ragazzo di nazionalità georgiana, G.D. classe 1988, ha tentato, con delle chiavi adulterine, di scassinare la porta di casa ed entrare per rubare tutto quel che poteva.

Fonte: https://www.dabitonto.com/cronaca/la-polizia-sventa-furto-d-appartamento-grazie-alla-segnalazione-dei-vicini.htm#prettyPhoto

67° puntata:

Pordenone, giugno 2017. Polizia, arrestati due georgiani per rapina impropria

Dagli accertamenti effettuati è emerso che i tre stranieri avevano effettuato 2 tentativi di furto in appartamenti utilizzando degli arnesi atti allo scasso, tra cui 11 grimaldelli di varie misure, rinvenuti in possesso ai due arrestati.

Fonte: https://www.pordenoneoggi.it/pordenone/polizia-arrestati-due-georgiani-per-rapina-impropria/

68° puntata:

Due scassinatori (un ucraino e un georgiano) arrestati nel dicembre 2018 a Genova. Sequestrati i grimaldelli.

Fonte: https://www.ligurianotizie.it/georgiano-e-ucraino-tentano-furto-in-abitazione-ma-vengono-scoperti/2018/12/28/323438/

69° puntata:

Genova, agosto 2017. Arrestati due georgiani.

Fonte: https://www.ilmetropolitano.it/2017/08/21/genova-smurano-cassaforte-ma-vengono-colti-in-flagranza-arrestati-2-gerogiani/

70° puntata

Napoli, 21 agosto 2017.

La Polizia di Stato individua una base logistica per la riproduzione, la falsificazione ed alterazione di chiavi

La sua bravura L.P., pregiudicato di 33anni, abitante a Portici (NA), l’aveva messa a disposizione della criminalità, divenendo il punto di riferimento per le bande “di topi di appartamento”, ma è stato scoperto dalla Polizia di Stato.

Le indagini, avviate dopo la segnalazione di un furto in appartamento e condotte dagli agenti del Commissariato di P.S. “Portici-Ercolano” hanno portato all’identificazione del pregiudicato, dedito alla riproduzione, falsificazione e alterazione di chiavi e serrature, nonché di localizzare la base logistica utilizzata come laboratorio.

Quando stamane i poliziotti hanno bussato alla sua porta, si sono trovati di fronte ad un vero e proprio laboratorio per la duplicazione e l’alterazione di chiavi e serrature.

Al momento dell’irruzione dei poliziotti, il 33enne non era solo in casa ma in compagnia di un altro pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari, con il quale in passato è stato denunciato, in stato di libertà, per possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli e tentato furto in abitazione.

Gli agenti hanno sequestrato un trapano di precisione a colonna, dei microutensili di precisione, chiavini esagonali di varie misure, micro cacciaviti, bisturi, pinzette, una lente di ingrandimento con supporto snodabile e regolabile, un trapano avvitatore, un saldatore elettrico, un cannello per fiamma ossidrica, chiavi per aperture di porte semplici e per porte blindate, pinze di vario genere, lime e tanto altro ancora

Rinvenuto, all’interno di una valigetta, un vero e proprio kit per la riproduzione di chiavi secondo le metodiche impartite dalla normativa Europea, con tanto di illustrazioni su cd (tutorial) che spiegavano passo, passo le varie tecniche.

Il 33enne è stato trovato in possesso anche di un telefono I-Phone, del quale non sapeva fornire la provenienza motivo per il quale, oltre ad essere denunciato per il reato di possesso ingiustificato degli arnesi e grimaldelli, è stato anche denunciato per il reato di ricettazione.

Segnalato alla competente A.G. anche il pregiudicato sorpreso nella sua abitazione, per inosservanza alle prescrizioni.

Fonte: https://questure.poliziadistato.it/it/Napoli/articolo/878599b080f8b4f3323045421

Questa pagina è un contributo allo studio dei mezzi utilizzati dalla delinquenza per compiere furti senza scasso e alcuni furti con tecniche di effrazione particolari o altri espedienti.

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