LUIGI XVI

Re Luigi XVI (Versailles, 23 agosto 1754 – Parigi, 21 gennaio 1793) era un fabbro dilettante e studioso di serrature. Qui accanto è ritratto in una caricatura dell’epoca, che prendeva di mira questa passione per cui - si diceva - trascurasse spesso gli affari di stato. A lui è attribuito il Traité des serrures de combinaison, pubblicato a Parigi nel 1781 come "supplement a l'art de serrurier" con lo pseudonimo di Joseph Botterman , di Tilbourg.

Su Gallica è possibile scaricarlo in PDF come un qualsiasi libro appena stampato:

https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k10676143

A proposito di questa passione leggiamo un passo di "Attenzione! Riflessi di un popolano", scritto da Cesare Cantù (1884).

Un altro accenno alla passione del sovrano per le serrature è pubblicato in "Storie segrete delle famiglie reali o Misteri della vita intima dei Borboni di Francia, di Spagna, di Napoli e Sicilia, e della famiglia Asburgo-Lorena d'Austria e di Toscana Borboni di Francia", volume 2, scritto da Giovanni La Cecilia nel 1860:

Una cassaforte fu importante nella vita di Luigi XVI, l'Armoire de fer (armadio di ferro), cassaforte del Palazzo delle Tuileries che si trovava incassato nel muro del corridoio che collegava la camera da letto del re Luigi XVI a quella del delfino. Per celarlo alla vista era chiuso con una porta in ferro coperta da uno strato di pittura che imitava la pietra. Luigi XVI lo fece costruire dal fabbro François Gamain per nascondervi documenti riservati e corrispondenze compromettenti.


[Nella caricatura lo scheletro di Mirabeau esce dall'Armoir de fer]

Il 19 novembre 1792, quando alla Convenzione Nazionale si discuteva se processare il re dopo il suo fallito tentativo di abbandonare la Francia, Gamain rivelò l'esistenza dell'armadio segreto al ministro dell'Interno Roland, che il 20 novembre lo fece aprire dallo stesso Gamain. Roland, dopo aver tenuto presso di sé quanto era stato rinvenuto nell'armadio, consegnò alla Convenzione 726 carte, sollevando il sospetto di aver trattenuto e poi distrutto documenti compromettenti per i suoi amici girondini e per Danton. Il giorno dopo la Convenzione istituì la Commissione dei Dodici, poi allargata a ventun membri, che pubblicò l'inventario della documentazione.

Le carte dimostrarono i rapporti tenuti da Luigi XVI con Mirabeau, con Maximilien Radix de Sainte-Foix, con i banchieri Joseph Duruey e Tourteau de Septeuil, con Arnaud de Laporte, intendente della lista civile dalla quale venivano prelevati i fondi destinati a pagare gli agenti reali, col vescovo di Clermont François de Bonal, con i ministri Montmorin, Valdec de Lessart, Bertrand de Molleville, Louis Marie Narbonne Lara, Cahier de Gerville, Dumouriez, con La Fayette, Antoine de Rivarol e Talleyrand. I documenti rivelavano l'attività di corruzione creata da Montmorin e gestita da Collenot d'Angremont per guadagnare alla causa del re noti agitatori e oratori di club, come Santerre o François Desfieux, e vari deputati della Convenzione.

Tali rivelazioni produssero una notevole agitazione nell'opinione pubblica. Nel club dei Giacobini, il busto di Mirabeau fu distrutto e il suo ritratto, nella sala della Convenzione, fu coperto. Successivamente il suo corpo fu allontanato dal Panthéon. Talon, allora in missione in Inghilterra presso Pitt, fu messo in stato d'accusa insieme con i suoi agenti Dufresne, Saint-Léon e Sainte-Foys. Il 2 dicembre i delegati delle 48 sezioni di Parigi chiesero l'avvio del processo contro Luigi XVI, e l'11 dicembre la Commissione dei Ventuno terminò i suoi lavori depositando all'Assemblea l'atto dei «crimini di Luigi Capeto» comprendente 38 capi di accusa.

Da Wikipedia