LOCKSPORT.IT

Perchè questo sito?

Queste pagine sono destinate a promuovere la conoscenza dei meccanismi di chiusura e delle loro vulnerabilità, un tema in Italia molto a lungo conosciuto soltanto dagli addetti ai lavori e che invece in altre nazioni è stato oggetto di approfondimenti su più fronti:

Aspetti ludici

Aprire una serratura senza usare le chiavi e senza romperla è possibile come una sorta di esercizio enigmistico tridimensionale. La passione per la manipolazione ludica di serrature e lucchetti ha una lunga storia. Il re Luigi XVI di Francia (1754–1793) era un appassionato progettista, raccoglitore e manipolatore di serrature. Il famoso fisico Richard Feynman, durante gli studi nel corso della Seconda Guerra Mondiale per la costruzione della bomba atomica, nei laboratori di Los Alamos si divertiva ad aprire cassetti e casseforti dei colleghi (Feynman 1985). Si tratta di uno degli esempi più famosi, della capacità di aprire serrature e altri mezzi di chiusura come un'appassionante sfida enigmistica...

Con la diffusione di internet, a partire dalla fine degli anni Novanta il lockpicking ricreativo si è diffuso e ha sviluppato un aspetto competitivo nel "locksport". Il lockpicking è una pratica che richiede una grande abilità, che richiede impegno, studio, dedizione e tanta pratica come nell'imparare a suonare uno strumento musicale.

In Italia la pratica non è emersa in modo visibile a causa anche di pregiudizi nell'immagine pubblica e questo sito intende contribuire a una corretta informazione su questo sport.

Aspetti collezionistici

Chiavi, serrature, lucchetti, forzieri e casseforti antichi sono oggetti ricercati di collezionismo. Non abbondano nel panorama italiano testi approfonditi di riferimento.

Aspetti scientifico e criminologici

In Italia i reati appropriativi (furti con o senza scasso) sono stati scarsamente oggetto di approfondimenti in ambito criminologico. Spesso giungono sui giornali notizie allarmanti e in tutto o in parte errate. Esiste invece la necessità di fondare le conoscenze dei fenomeni criminali su elementi oggettivi. In Italia esiste un'ampia disabitudine alla collaborazione e i reati appropriativi non sono da meno.

Nonostante le tecniche di lockpicking non siano necessariamente quelle più usate dalla delinquenza per compiere reati (ad esempio perché più lente rispetto a tecniche di scasso che impiegano la forza bruta), lo studio amatoriale del lockpicking può evidenziare e far conoscere la vulnerabilità dei mezzi di chiusura ad azioni illecite. Anche per questo l'interesse specifico per la criminologia e la psicologia della sicurezza mi ha portato a scrivere con Claudio Ballicu un volume sull'argomento e a raccogliere materiale sulla storia delle casseforti italiane antiche.

Attorno all’argomento esiste, innegabilmente, un alone di mistero. Da sempre serrature e casseforti sono state prodotte da artigiani che hanno custodito gelosamente il proprio lavoro. Dall’altra parte della barricata gli scassinatori sono ritenuti una categoria di criminali quasi professionale e le metodiche utilizzate sono riportate per lo più in modo generico e impressionistico dai mass media, complice la scarsa conoscenza del tema.

La mancata conoscenza degli aspetti tecnici, tanto del funzionamento dei mezzi di chiusura quanto delle potenziali vulnerabilità rende difficile per gli utenti, al di là delle certificazioni oggi diffuse, la scelta del modello più adatto alle proprie esigenze e la corretta valutazione del rischio ed è auspicabile una maggiore diffusione della cultura della sicurezza e conoscenza di prodotti. Lo studio scientifico delle minacce al patrimonio e delle tecniche di difesa è un campo poco frequentato dalla ricerca universitaria internazionale e quasi disertato da quella italiana, nonostante ripetuti allarmi sociali sull’aumento dei fenomeni criminali. Oggi è verosimile che il concetto di “security by obscurity” sia un concetto da superare con un approccio scientifico al problema della sicurezza (Blaze, 2004; Ballicu, 2011).

Magie, segreti ed espedienti

L'escapologia è l'arte teatrale di liberarsi da mezzi di contenzione fisica (camicie di forza, bauli, gabbie, ecc.) e ambienti (stanze cieche, celle ecc.) che impediscono la fuga. La parola deriva dall'inglese to escape, che significa "scappare, sfuggire".

In questo capitolo riteniamo di comprendere anche temi con qualche affinità con i temi di questo sito che riguardino espedienti, trucchi e stratagemmi connessi a tecniche riservate e non convenzionali. Tra queste dedichiamo una particolare considerazione all'arte di nascondere.